I calendari

Gli astri, con il loro movimento ciclico e regolare così profondamente correlato alle attività umane, sembrano indicare la via più naturale per organizzare e misurare il flusso del tempo.

Il moto giornaliero del sole è il più rapido. Scandisce il ciclo imperfetto dei giorni, tutti di eguale durata ma ripartiti in periodi di luce e buio di lunghezza via via variabile. All’interno di essi si organizzano la maggior parte delle attività umane.

Il moto della luna, più lento, va a costituire una unità di tempo intermedia prossima al mese, adatta per la pianificazione della attività sul medio termine.

Il moto del sole lungo l’eclittica, infine, essendo il più lento va a costituire l’unità di tempo più lunga, l’anno. Un ciclo naturale quasi perfetto articolato nelle diverse stagioni di rilevanza fondamentale per qualunque tipo di economia.

Con il progredire delle osservazioni astronomiche, già gli egizi e babilonesi e poi i greci pervennero ad una sempre più accurata determinazione del giorno (tempo intercorrente tra due passaggi del sole al meridiano locale), del numero di giorni tra due lune nuove (identificate dalla prima apparizione della sottile falce lunare appena dopo il tramonto del sole), del numero di giorni dell’anno (tempo impiegato dal sole a percorrere l’eclittica), ed infine del numero di lune nuove in un anno. Si presentò così un problema sottile e di difficile soluzione, che sfido a lungo l’ingegno di matematici e astronomi favorendo il progresso della astronomia.

Se si compiono osservazioni accurate per un periodo sufficientemente lungo si verifica che nell’intervallo di tempo che intercorre tra due lune nuove, il mese lunare, ci stanno un po’ più di 29 giorni: già i babilonesi determinarono con ottima precisione questo numero che oggi vale circa 29,53 giorni. Analogamente, si verifica che nell’anno ci stanno un pò più di 365 giorni: già egizi e babilonesi determinarono con ottima precisione questo numero che oggi vale circa 365,25 giorni. Infine, da questi due dati consegue che nell’anno ci stanno un po’ più di 12 lunazioni: valore anche questo già misurato con ottima precisione da egizi e babilonesi e che oggi vale circa 12,38 lunazioni.

Questi tre numeri con decimali indicano chiaramente che giorni, mesi ed anni hanno ritmi che non si accordano tra loro. Non volendo e forse non potendo rinunciare a nessuno di essi, si è forzati a stabilire delle priorità e ad operare semplificazioni e compromessi. La storia dei calendari è in grande parte l’affascinante storia delle priorità, semplificazioni e dei compromessi adottate dalle diverse culture, dove la religione l’economia e la società hanno giocato un ruolo di pari importanza al grado di conoscenza dei fenomeni astronomici.