Approfondimento: Le civiltà e l'astronomia antica
Tra il III e II millennio prima di Cristo, in mesopotamia, india, cina, egitto e più tardi in mesoamerica si pervenne in relativa autonomia a sistemi astronomici notevolmente evoluti. Successivamente l’astronomia cinese venne fortemente influenzata da quella indiana, più evoluta, ma intorno al IV secolo a.C. i sistemi astronomici egiziani, indiani e mesopotamici furono acquisiti e superati dalla astronomia greca e poi, a partire dal III secolo a.C, dalla grande fioritura della astronomia greco-alessandrina. Questa per quasi duemila anni racchiuse il meglio del sapere accumulato dall’uomo sugli astri e sui loro movimenti e dominò incontrastata, in oriente e occidente, fino alla metà del 1500.L’astronomia greca ebbe uno sviluppo travolgente negli ultimi quattro secoli che precedettero la nascita di Cristo. Le osservazioni degli astronomi, le costruzioni geometriche dei matematici, le speculazioni dei filosofi si intrecciarono ed influenzarono reciprocamente dando luogo ad uno dei periodi più alti e fecondi della storia del pensiero le cui conquiste furono diffuse dalla breve ma travolgente parabola politico-militare di Alessandro.L’astronomia greco-alessandrina pervenne ad una ricchezza e profondità di risultati ancor oggi impressionante. Formulò, con un anticipo che la storia non riconobbe, un modello eliocentrico sostanzialmente corretto e perfezionò al massimo grado il modello geocentrico del cosmo che trovò la sua formulazione definitiva nell’Almagesto di Claudio Tolomeo (Pelusio 100 d.C. – Alessandria 175 d.C.).In questa opera (dall’arabo al-Magisṭī, «grandissima»), le osservazioni accumulate nel corso di molti secoli in egitto e mesopotamia, le misure degli astronomi e le speculazioni dei matematici e filosofi greci, convergono in una visione unitaria e coerente del cosmo capace di descrivere con cura i moti delle stelle, del sole, della luna e dei pianeti. Scritta intorno al 150 d.C., illuminò la lunga parabola storico-politica della civiltà romana, si diffuse in oriente e poi nuovamente in occidente per irradiarsi nel medio evo e giungere fino al rinascimento dove costituì la solida base che permise a Copernico di fondare la sua grande riforma. Per quasi 1400 anni è stata l’alfa e l’omega di tutta l’astronomia, giunta intatta ai nostri giorni, è certamente uno dei testi più importanti che mai sia stato scritto, testimone di una delle più rilevanti eredità del passato e al tempo stesso tra le più alte conquiste culturali e spirituali della nostra civiltà.
Con l’Almagesto il problema del flusso del tempo e della sua misura trova per la prima volta una solida base concettuale.