Approfondimento: Galileo Galilei

GALILEO E IL PROBLEMA DELLA LONGITUDINE

Soprattutto all’interno della comunità scientifica, i rapidi progressi dell’astronomia nella seconda metà del ‘600 accreditarono il metodo astronomico come principale candidato alla soluzione del problema della longitudine. In una lettera del 1721 Newton scriveva che alcuni ulteriori miglioramenti avrebbero resa l’astronomia “abbastanza precisa per l’impiego in mare: e questi miglioramenti devono essere fatti a terra, non da orologiai o maestri di navigazione o comunque gente che non sappia come si rileva la longitudine a terra, bensì tra i migliori degli astronomi”. Il metodo astronomico applicato alle distanze lunari, fu proposto per la prima volta nel 1514 dal grande cartografo tedesco Johann Werner. Il metodo fu ripreso da Galileo Galilei nel 1612 che propose però di applicarlo alle lune di Giove. Da lui scoperte pochi anni prima, il loro rapido moto si prestava ancor meglio delle distanze lunari alla determinazione del tempo assoluto. Compilate le prime tavole delle lune di Giove, Galileo decise di concorrere al premio messo in palio da Filippo III di Spagna senza però riuscire a convincere la commissione. Non ebbe migliore fortuna la successiva partecipazione al premio degli Stati Generali d’Olanda poiché risultò impossibile gestire i necessari contatti dopo che il processo del Sant’Uffizio lo aveva ridotto agli arresti domiciliari presso la villa di Arcetri.